Sono molte le volte in cui, nel tentativo di gestire al meglio un problema uro-ginecologico (spesso ricorrente), diventa fondamentale conoscere lo stato dell’ecosistema vulvo-vaginale.
Tuttavia, molto spesso, questa fase di valutazione viene trascurata, lasciando un enorme punto interrogativo su un tema importante non solo per una migliore comprensione del problema iniziale (fattori predisponenti e precipitanti della cistite), ma anche per poter fornire una consulenza il più possibile personalizzata (evitando di proporre misure preventive superflue o, al contrario, minimizzando o tralasciando le misure più indicate).
Inoltre le informazioni disponibili sul tampone vaginale (e talvolta anche quelle fornite da alcuni professionisti della salute o laboratori di analisi) sono confuse.
Il presente articolo ha come obiettivo quello di fare chiarezza e sottolineare l’importanza di questo strumento di analisi.
Innanzitutto, il tampone vaginale non è uno striscio, termine che invece si riferisce al PAP test (prelievo di cellule cervico-vaginali per testare l’eventuale presenza di un cancro).
Tale differenziazione è fondamentale sia per comprendere meglio l’utilità di ciascuno degli esami, sia per poter essere in grado di scegliere quale richiedere.
Ricapitolando, lo striscio è un test di screening, principalmente per patologie e/o anomalie legate a un rischio oncologico dell’utero (il campione viene quindi prelevato dal collo dell’utero), mentre il tampone vaginale ha lo scopo di fornire una ‘fotografia’ dell’ambiente vulvovaginale e, in particolare, della flora microbica di Döderlein (il tampone viene quindi prelevato solo dalla mucosa vaginale).
Che cos’è un tampone vaginale?
Come suggerisce il nome, il tampone vaginale è un campione prelevato dalla mucosa vaginale, il quale viene successivamente analizzato e fornisce una serie di informazioni preziose per valutare l’equilibrio dell’ambiente vulvovaginale nel suo complesso (come mucosa, flora, pH).
Il campione prelevato permetterà quindi di ottenere un risultato completo con diversi parametri che consentono una lettura e un’analisi completa della situazione a livello vulvovaginale (come permettono di fare le analisi delle urine per l’ambiente vescicale):
- cellule epiteliali – la loro presenza significativa può indicare un’irritazione o un danno alla mucosa
- globuli rossi – marcatori di microemorragie (segno di ‘sofferenza’ della parete)
- leucociti – marcatori di una risposta immunitaria locale che può essere il risultato di una varietà di fattori infiammatori, ormonali o infettivi
- pH (non tutti i laboratori lo forniscono) – offre la possibilità di sapere se è fisiologico e quindi compatibile con un buon equilibrio
Alcuni laboratori includono l’analisi microbiologica del campione, la quale valutazione della flora di Döderlein, in particolare analizzando:
- lattobacilli di Döderlein – batteri ‘buoni’ dell’ambiente vulvovaginale
- colture batteriche – per ricercare eventuali batteri (commensali opportunisti o patogeni esogeni) che possono essere responsabili di vaginosi batteriche
- colture fungine – per ricercare eventuali infezioni fungine (spesso causate da Candida albicans)
NB: i risultati dei criteri di cui sopra sono spesso espressi non in numeri assoluti, ma sotto forma di diciture standard, come ‘assenza, raro, qualche, presenza, abbondante, molto abbondante’.
Quando fare un tampone vaginale?
È opportuno fare un tampone vaginale in diverse circostanze:
- cistite recidivante da risalita
- uso significativo di antibiotici
- menopausa
- cambio del metodo di contraccezione
- presenza di secchezza vaginale
- sintomi o disagi quali bruciore, prurito, formicolio, pelle che tira, perdite vaginali abbondanti, anomale o maleodoranti
Quale professionista può eseguirlo?
Il tampone vaginale può essere effettuato sulla base di una semplice prescrizione del medico di base ed eseguito dal medico stesso, da un ginecologo, ostetrica od operatore sanitario del laboratorio di analisi, oppure può essere effettuato un autoprelievo.
In quest’ultimo caso è sufficiente recarsi in laboratorio per ritirare il kit, prelevare il campione a casa e poi riportarlo al laboratorio.
Si tratta di una procedura semplice e veloce che non richiede l’uso di speculum. I passaggi sono i seguenti:
- aprire il tubo ed estrarre il tampone di cotone
- scegliere una posizione comoda (seduta, in piedi, sdraiata)
- inserire il tampone di cotone in vagina
- ruotare il tampone tre volte, toccando le pareti della vagina
- rimuovere il tampone
- rimettere il tampone nella provetta
- chiudere la provetta
- riportare il kit in laboratorio e attendere i risultati
Se desiderate ricevere un consiglio personalizzato, vi invitiamo a scrivere una mail a consulenze@deakos.com.
2 Comments
Arianna
24 Maggio 2024Bel articolo!
aiutocistite
29 Maggio 2024Buonasera Ariana,
Grazie del complimento!
Se desidera un consiglio personalizzato, gli esperti Deakos sono a disposizione per offrirle un accompagnamento gratuito 😉
Può scrivere a: consulenze@deakos.com