Il presente articolo inizia con una premessa per ricordare e definire cos’è la Sindrome del colon irritabile (IBS).
Essendo una sindrome, l’IBS non è una patologia ma un insieme di sintomi legati a una o più alterazioni del tratto gastrointestinale e del transito in assenza di malattie dell’apparato digerente come celiachia, morbo di Crohn e rettocolite emorragica (la cui presenza viene esclusa grazie a una serie di esami, primo fra tutti la colonscopia). Si tratta quindi di un disturbo funzionale ma anche, dettaglio spesso trascurato, di un forte disturbo infiammatorio del tratto gastrointestinale.
Se si cerca di risalire alla genesi dell’IBS, la storia della maggior parte dei pazienti inizia con un evento improvviso e acuto, detto fattore precipitante, il quale può verificarsi in un contesto digestivo fisiologico o in un contesto di disturbi gastrici e/o intestinali di lunga data (fattori predisponenti). Il fattore precipitante può essere di molteplice natura: un’intossicazione alimentare, un’infezione batterica o virale, una terapia farmacologica prolungata (come antibiotici o antimicotici), uno shock o un trauma psicologico o fisico. Esso porta a un episodio acuto di alterazione del transito e, soprattutto, a una profonda alterazione del microbiota intestinale, il quale, sotto l’impatto dell’evento in questione, vede le sue condizioni ambientali inaspettatamente turbate e ne subisce le conseguenze. Si verifica così il primo episodio di disbiosi (perdita di equilibrio) della flora digestiva, che segna l’inizio di un processo a catena:
- disbiosi
- digestione e assorbimento degli alimenti e delle sostanze nutritive compromessi
- attacchi e irritazioni della barriera enterocitaria
- infiammazione della mucosa
Poiché questi diversi meccanismi sono interdipendenti, creeranno rapidamente l’effetto di un circolo vizioso e si auto-alimenteranno, portando così il soggetto sulla strada della cronicizzazione.
A titolo di esempio:
- La disbiosi causa un’alterazione della digestione; l’alterazione della digestione, causando un’alterazione del transito (stitichezza o diarrea), contribuirà a mantenere la disbiosi
- Il bolo alimentare mal digerito aggredisce la parete intestinale, ma una parete intestinale infiammata è meno favorevole a una buona digestione
- Il microbiota disbiotico costituisce uno stimolo pro-infiammatorio per la mucosa, ma una mucosa infiammata è un fattore di rischio per la disbiosi
È quindi facile capire come sia possibile passare in brevissimo tempo da una situazione di equilibrio a una situazione totalmente disturbata in cui si associano disbiosi, infiammazione e disturbi del transito: questa situazione corrisponde all’IBS.
Quando il problema non regredisce e si prolunga nel tempo, l’infiammazione enterocitaria diventa tale per cui le cellule che formano la parete intestinale (enterociti), sotto l’effetto di aggressioni ripetute e prolungate, soffrono e perdono progressivamente alcune delle loro capacità.
In particolare le giunzioni strette (una sorta di piccoli ‘ponti’), che tengono le suddette cellule unite e consentono l’assorbimento dei nutrienti, si allentano. Allentandosi creano dei ‘passaggi’ più ampi che permettono ad alcune sostanze non nutritive di lasciare il lume intestinale e di entrare nei sottolivelli della mucosa, mentre in condizioni fisiologiche rimarrebbero nell’intestino per essere eliminate con le feci. Tale fenomeno viene definito iperpermeabilità intestinale.
Tale fuoriuscita di sostanze – che sono quindi tossiche per la mucosa – provoca reazioni locali paragonabili a un’allergia e quindi il rilascio di mediatori infiammatori (istamina in particolare): si crea quindi un ulteriore contesto infiammatorio, situato non più nel lume ma nella parete intestinale.
Si instaura così un altro circolo vizioso: infiammazione -> iperpermeabilità -> aumento dell’infiammazione.
Successivamente, quando la mucosa è ‘satura’ di tossine e il sistema immunitario è cronicamente mobilitato per difendersi dai continui attacchi di sostanze tossiche, si verificano due processi:
- Le cosiddette ‘tossine’ entrano nel flusso sanguigno e si distribuiscono in modo casuale in tutto il corpo, dove si instaurano identiche reazioni infiammatorie locali
- Anche gli anticorpi prodotti durante le reazioni allergiche locali all’interno della mucosa si distribuiscono in tutto l’organismo e, in alcuni casi, possono essere all’origine di problemi simili a una malattia autoimmune
In conclusione ci teniamo a ricordare l’importanza di trattare ogni caso singolarmente perché ogni caso è unico. Se avete piacere di ricevere consigli personalizzati, scrivete a: consulenze@deakos.com.