Come spiegato in un primo articolo, la secchezza vaginale è una problematica ben più comune di quanto si creda, che interessa donne di tutte le età e in particolar modo dopo la menopausa.
L’impatto della secchezza delle mucose è decisamente sottostimato, anche dalle stesse donne interessate.
Per questo è utile in prima istanza fare il punto sulle possibili conseguenze dell’ignorare una situazione di secchezza vaginale.
- Atrofia delle mucose
La mucosa vulvo-vaginale è un tessuto che, per mantenere il trofismo (ed essere ‘polposa’), deve mantenere un alto livello di idratazione. In caso di secchezza, la mancata idratazione delle mucose causa la sostanziale perdita di materiale costitutivo del tessuto, il quale ‘avvizzisce’ (termine poco ‘politicamente corretto’, che però rende bene il concetto delle trasformazioni subite dalle mucose).
La mucosa diventa quindi più fine e, di conseguenza, più fragile e sensibile a fronte di irritazioni e aggressioni provenienti dall’ambiente esterno (come biancheria intima, rapporti sessuali, bagni al mare o in piscina, o sport ad alto impatto). Questa aumentata sensibilità si manifesta con la comparsa di fastidi intimi descritti come formicolio o bruciore, che possono talvolta diventare dolorosi e presenti nel quotidiano.
- Rarefazione della flora fisiologica
Benché questo tema sia stato ampiamente affrontato in altri articoli del blog, è bene ricordare che la flora di Döderlein necessita di un ambiente favorevole per svilupparsi e assicurare pienamente il ruolo di barriera immunitaria fisiologica contro le irritazioni e le infezioni della sfera uro-genitale. In caso di secchezza vaginale la mucosa diventa inospitale per i Lattobacilli di Döderlein, i quali diminuiscono drasticamente fino a scomparire, causando così una riduzione sostanziale della competenza immunitaria locale. Tale fenomeno causerà quindi la comparsa di infezioni opportunistiche (urinarie e vaginali) sempre più recidivanti.
- Accorciamento del perineo
In presenza di secchezza e atrofia, le mucose vulvari e vaginali avranno la tendenza a ‘tirare’ i tessuti limitrofi. Il perineo è la prima zona interessata, causando così un accorciamento della distanza anatomica tra ano, vestibolo vaginale e meato urinario. Ecco spiegata un’altra tra le più frequenti cause di infezione della sfera uro-genitale causata da batteri di provenienza intestinale.
- Fastidi urinari
È importante sottolineare che l’uretra (canale che permette l’espulsione dell’urine al di fuori della vescica) è in diretto contatto con la vulva. Questa prossimità anatomica spiega l’ ‘effetto domino’ che si verifica in alcuni soggetti: la secchezza vaginale causa atrofia delle mucose, le quali ‘tirano’ i tessuti di uretra e vescica. Possono quindi comparire disturbi come urgenza e frequenza minzionale, tipiche della donna in menopausa. In queste condizioni si ha la tendenza a focalizzare l’attenzione sull’apparato urinario e ritenerlo il principale ‘responsabile’ dei disturbi, mentre la problematica deriva in primo luogo dalla secchezza vaginale, primo fattore di rischio da prendere in carico.
Una volta compresa la fondamentale importanza di preservare una buona idratazione e il corretto trofismo delle mucose vulvo-vaginali, la domanda è: come raggiungere questo obiettivo?
Esistono due possibilità:
a. Soffri già di secchezza vaginale e atrofia
In un tale contesto è fondamentale avere piena coscienza dell’entità di questa situazione e del fatto che, maggiore sarà l’anzianità della problematica, più intenso e prolungato dovrà essere l’approccio iniziale. Questo punto potrebbe non essere piacevole da leggere, ma meglio ‘mettere le mani avanti’ e anticipare che la risoluzione è possibile solo a condizione di agire con assiduità, pazienza e costanza.
A questo proposito si consiglia un duplice approccio, sistemico (assunzione orale) e mirato (dispositivi locali), che avrà i seguenti obiettivi:
- Idratare i tessuti
- Apportare i costituenti necessari per il ripristino del trofismo (il solo acido ialuronico non è sufficiente)
- Ricolonizzare e sostenere la flora vaginale
- Riportare il pH verso un valore fisiologico favorevole al corretto funzionamento dell’ecosistema vulvo-vaginale (acido)
- Calmare e far regredire tutti i processi infiammatori vescicali e vaginali
- Prevenire le infezioni
- Lubrificare le mucose durante i rapporti
Per raggiungere questi obiettivi Deakos propone la Soluzione Sindrome Genito-Urinaria, un’associazione di prodotti completa, vivamente consigliata.
Lo schema posologico proposto con i prodotti del suddetto programma è pensato per il periodo di 1 mese, da rinnovare fino a ottenere un risultato apprezzabile.
b. Desideri prevenire la secchezza vaginale e le sue ripercussioni
L’approccio qui descritto rappresenta la strategia più pertinente, poiché permette di evitare che la problematica si cronicizzi e necessiti una presa in carico più complessa e lunga.
In questo caso l’approccio locale è ampiamente sufficiente e può essere adottato in modo continuativo, ciclico (ad esempio 1 settimana al mese) o puntuale; la frequenza sarà da definire su base individuale.
Gli obiettivi di questo approccio sono i seguenti:
- Idratare i tessuti
- Apportare i costituenti necessari per sostenere il trofismo delle mucose
- Sostenere i parametri fisiologici del pH e della presenza di Lattobacilli
- Prevenire le irritazioni e le infezioni, in particolare attraverso l’uso di un gel vaginale lubrificante a base di D-Mannosio durante i rapporti
Interesse di Xerem in caso di secchezza e/o atrofia vaginale
Spendiamo qualche parola per sottolineare il grande interesse di Xerem per contrastare efficacemente secchezza vaginale e atrofia delle mucose. Questa crema presenta una formulazione complessa e naturale che le conferisce solide proprietà idratanti, lenitive, riparatrici (si potrebbe parlare anche di un’azione ‘cicatrizzante’), antinfiammatorie e antimicrobiche. L’esperienza degli ultimi anni ci porta a consigliare vivamente l’applicazione di Xerem nel quotidiano, in alternanza con Ausilium Crema; l’applicazione di queste creme può essere sia interna che esterna.
Precisiamo anche che la formulazione di Xerem è troppo ricca per permetterne l’uso come lubrificante al momento dei rapporti; da cui l’interesse di avere a disposizione Ausilium Crema, la quale invece è assolutamente adatta a questo uso.