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Mangiare deve restare un piacere

Mangiare deve restare un piacere!

L’alimentazione è un argomento vasto che riunisce esperienze, credenze, gusti, educazione e tanti altri aspetti. L’atto alimentare è un atto sociale e di piacere che, in certe situazioni, può diventare un atto terapeutico cruciale nella gestione di problematiche diverse.
È il caso della dieta adattata alle donne affette da endometriosi, oppure di della dieta alcalina, proposta a chi soffre di cistiti (batteriche e abatteriche) croniche.
Se è vero che in certe circostanze la dieta deve essere più ‘tecnica’ e viene medicalizzata, è comunque indispensabile mantenere l’aspetto di piacere, perché un approccio ‘alleato’ contro la malattia non diventi un ostacolo quotidiano, causa di nuove frustrazioni, desocializzazioni e perdita di piacere.
A tal proposito il presente articolo propone il punto di vista di una donna affetta da endometriosi e di una dietista.

Testimonianza di Laila
Quando ricevi una diagnosi di endometriosi, il mondo ti crolla letteralmente addosso. Nel mio caso, soprattutto perché ho ricevuto la diagnosi dopo una lunga peregrinazione tra vari medici ed esami, angoscia e paranoia, in cui non mi sono mai sentita vista, né ascoltata. Ero distrutta fisicamente e psicologicamente già prima di cominciare.
Mi sono ritrovata confrontata a disinformazione e sostegno medico-scientifico mediocre, dovendo comunque gestire parallelamente lavoro, vita privata, sessualità, ma soprattutto un problema quotidiano: l’alimentazione.
Sono vegetariana da ormai diversi anni e quindi piuttosto abituata ad apparenti ‘rinunce’ (come quando non trovo una buona alternativa vegetariana al ristorante). Sono quindi determinata e disciplinata.
Credo che la disciplina sia il mio faro nella lotta contro questa patologia. Bisogna rimanere calme e lucide mentre si prova a districarsi nel labirinto delle informazioni trovate sul web: operazione chirurgica sì/no, integratori sì/no, ormoni sì/no, dieta antinfiammatoria sì/no…
Non entrerò nei dettagli dei diversi argomenti che il web offre perché non sono un medico e ogni caso è diverso. Ogni soluzione deve essere valutata in base al rapporto costi (sacrifici)/benefici. Non sono nemmeno una persona che crede nei miracoli o nei trattamenti curativi a tutti i costi, ma mi piace prendermi cura del mio corpo e cercare di farlo funzionare al meglio con gli strumenti che ho a disposizione e che la natura mi offre.
Fortunatamente vivendo in un paese in cui l’alimentazione è basata su una dieta mediterranea sana e varia, ho tutti gli strumenti a disposizione per comporre il quadro del mio benessere.
Non conosco bene il campo alimentare e mi sono dovuta rivolgere a una dietista che ha indicato l’approccio migliore per me, tenendo conto dei punti più delicati:

  • una dieta fattibile, a un costo ragionevole
  • il più vegetariana possibile (carne e pesce sono poi così nocivi?)
  • una dieta che non mi ricordi tutti i giorni che sono malata
  • una dieta che non sia fatta di soli sacrifici
  • una dieta associata a un numero ragionevole di integratori adatti al mio caso
  • saper combinare alimenti proibiti e non, per non sovraccaricare l’organismo
  • una dieta adattata alla mia attività fisica

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