Ad oggi non si parla quasi più di ‘Cistite Interstiziale’, bensì di Sindrome della Vescica Dolorosa (SVD) per indicare ‘tutti i fastidi urinari aspecifici di origine sconosciuta’. In questo articolo forniamo degli elementi per cercare di capire come riconoscerla.
Una cistite… senza batteri
La SVD è una ‘cugina’ della classica cistite, ma si distingue per le urinocolture negative, tutte senza eccezione fin dall’inizio (altrimenti è ragionevole pensare alla presenza di un biofilm).
Quando si soffre di SVD si hanno tutti i sintomi tipici della cistite, ma senza infezione batterica e quindi senza la possibilità di un sollievo (momentaneo) dato dagli antibiotici, che invece in caso di SVD hanno la tendenza ad aggravare la situazione a causa dei loro effetti collaterali.
Attenzione: non stiamo parlando certo di una problematica psicologica o psicosomatica, ma di un disturbo vero e proprio che ha la tendenza a peggiorare: continuo stimolo a urinare, sofferenza e dolori senza posa – con alti e bassi – e l’assenza, o comunque la grossa difficoltà, ad avere una diagnosi a causa della poca conoscenza e comprensione da parte dei medici, tutti fattori che possono portare a forte stress, ansia e addirittura depressione. La SVD può interessare chiunque: donne e uomini di qualunque età e origine, ma le donne restano senza dubbio le più colpite.
La SVD è dunque una cistite abatterica la cui sintomatologia proviene esclusivamente da un’infiammazione della vescica.
Quali sono i sintomi?
Posta l’assenza completa e permanente di batteri nell’urinocoltura – criterio fondamentale, indispensabile e inconfutabile per una diagnosi –, la SVD è definita da ‘un insieme di segnali e sintomi’. Per essere diagnosticata deve essere presente necessariamente uno o più sintomi sotto elencati:
- dolore al riempimento graduale della vescica e sollievo con la minzione
- bisogno permanente e continuo di urinare, accompagnato da fastidi, dolori o spasmi
- pollachiuria, frequenza minzionale (10, 20 volte al giorno) di giorno, e soprattutto di notte
- alterazione della sessualità
Negli uomini si riscontrano anche:
- dolore ai testicoli, talvolta esteso allo scroto e a tutta la zona del perineo
- eiaculazione dolorosa
- sintomi tipici dell’ipertrofia prostatica, senza che questa sia stata diagnosticata (con il rischio di seguire una terapia sbagliata fino ad arrivare all’intervento chirurgico, inutile in certi casi)
Tre osservazioni importanti.
Se soffrite di disturbi, dolori o bruciore alla minzione, non è SVD (forse piuttosto una Sindrome Uretrale).
Se avete spesso bisogno di urinare durante il giorno (troppo spesso perché sia normale), ma passate notti tranquille e al massimo vi alzate una volta… probabilmente non si tratta SVD.
Se il dolore si irradia e si estende a tutta la vescica (ad esempio all’addome, alla zona attorno l’ombelico, a vagina o uretra), si parla di Sindrome del Dolore Pelvico.
Tutto questo per chiarire che è molto importante arrivare a capire quale sia davvero il disturbo, per evitare di perdere tempo con terapie errate e possibilmente dannose.
Altra osservazione molto importante: la SVD è una patologia che difficilmente si presenta da sola; spesso e volentieri è accompagnata da malattie autoimmuni, disturbi ormonali o immunologici, dolori articolari e muscolari, cefalea, allergie, artrite reumatoide, Lupus, vestibolite vulvare o vulvodinia, endometriosi, sindrome del colon irritabile, tiroidite, sindrome di Hashimoto, collagenopatia e altri disturbi.
Percorso verso la diagnosi
Arrivare alla certezza di essere affetti da una SVD risulta purtroppo ancora un percorso estremamente tortuoso poiché:
- cistite batterica sostenuta da biofilm
- cistite causata da radiazioni o chemioterapia
- cistite virale (herpes, ad esempio)
- disturbi renali
- tubercolosi
- infezioni vaginali comuni o rare
- malattie sessualmente trasmissibili
- endometriosi
- disturbi neurologici
- svuotamento vescicale incompleto (stasi urinaria)
- cancro della vescica
È chiaro quindi che prima di fare una cistoscopia ci sono tutta una serie di esami e misure molto meno invasivi da prediligere, come:
- tenere un giornale alimentare e dell’idratazione apportata, per valutare qualità e quantità della dieta
- tenere un giornale di minzioni e feci, per escludere disturbi della funzionalità di intestino e vescica
- stilare un riepilogo del proprio percorso clinico: come tutto è cominciato, quali sono stati i risultati delle varie urinocolture, trattamenti e integratori assunti, eccetera
- analisi del sangue con ricerca specifica di Clamidia, tubercolosi, herpes
- analisi complete delle urine, primo e secondo mitto, ricerca specifica di Micoplasmi e di tutti i batteri più rari, dei lieviti, analisi delle urine per riconoscere eventuali batteri rilevati anche in quantità minime
- tampone vaginale con prelievo e analisi completa
- ecografia pelvica, prima e dopo la minzione, per rilevare eventuali residui
- visita con neurologo, ginecologo e immunologo
- valutazione del pavimento pelvico con ostetrica o fisioterapista specializzati
- esami per riconoscere un’eventuale vestibolite o vulvodinia, presso uno specialista
Una vera maratona! E solo dopo tutti questi controlli accurati si dovrebbe arrivare a quelli più invasivi come esame urodinamico per valutare la qualità delle minzioni e cistoscopia.
Per evitare di fare due o tre cistoscopie di fila, consigliamo di farne subito una completa, ovvero la ‘cistoscopia sotto anestesia con idrodistensione della parete vescicale e biopsia uroteliale’:
- una ‘foto’ della vescica per vedere in che stato si presenta e se ci sono zone particolarmente infiammate
- un’osservazione diretta della qualità della mucosa vescicale quando è in distensione: in teoria, se si trattasse di SVD, dovrebbe presentare delle zone di sanguinamento dei vasi capillari
- un esame di laboratorio oggettivo e neutro (biopsia) per conoscere la composizione della parete vescicale e individuare eventuali focolai di infezione, alterazione della sua struttura, o altro
In caso di SVD è molto utile, oltre alle indicazioni che verranno fornite dal medico una volta confermata la diagnosi, l’utilizzo di Cistiquer a cicli regolari di qualche mese, da ripetere al bisogno.
Grazie alle sue componenti, Cistiquer agisce sulla riepitelizzazione progressiva della mucosa vescicale danneggiata fino al sanguinamento e sulla trasmissione del dolore che diventa spesso cronico.
Ecco il lungo iter per avere una diagnosi di SVD affidabile, che non lasci spazio a dubbi e permetta soprattutto di concentrarsi su trattamenti e metodi per lenire i dolori.
Per una posologia adattata al singolo caso, mandare una mail a consulenze@deakos.com.
- cistite batterica sostenuta da biofilm
- cistite causata da radiazioni o chemioterapia
- cistite virale (herpes, ad esempio)
- disturbi renali
- tubercolosi
- infezioni vaginali comuni o rare
- malattie sessualmente trasmissibili
- endometriosi
- disturbi neurologici
- svuotamento vescicale incompleto (stasi urinaria)
- cancro della vescica
È chiaro quindi che prima di fare una cistoscopia ci sono tutta una serie di esami e misure molto meno invasivi da prediligere, come:
- tenere un giornale alimentare e dell’idratazione apportata, per valutare qualità e quantità della dieta
- tenere un giornale di minzioni e feci, per escludere disturbi della funzionalità di intestino e vescica
- stilare un riepilogo del proprio percorso clinico: come tutto è cominciato, quali sono stati i risultati delle varie urinocolture, trattamenti e integratori assunti, eccetera
- analisi del sangue con ricerca specifica di Clamidia, tubercolosi, herpes
- analisi complete delle urine, primo e secondo mitto, ricerca specifica di Micoplasmi e di tutti i batteri più rari, dei lieviti, analisi delle urine per riconoscere eventuali batteri rilevati anche in quantità minime
- tampone vaginale con prelievo e analisi completa
- ecografia pelvica, prima e dopo la minzione, per rilevare eventuali residui
- visita con neurologo, ginecologo e immunologo
- valutazione del pavimento pelvico con ostetrica o fisioterapista specializzati
- esami per riconoscere un’eventuale vestibolite o vulvodinia, presso uno specialista
Una vera maratona! E solo dopo tutti questi controlli accurati si dovrebbe arrivare a quelli più invasivi come esame urodinamico per valutare la qualità delle minzioni e cistoscopia.
Per evitare di fare due o tre cistoscopie di fila, consigliamo di farne subito una completa, ovvero la ‘cistoscopia sotto anestesia con idrodistensione della parete vescicale e biopsia uroteliale’:
- una ‘foto’ della vescica per vedere in che stato si presenta e se ci sono zone particolarmente infiammate
- un’osservazione diretta della qualità della mucosa vescicale quando è in distensione: in teoria, se si trattasse di SVD, dovrebbe presentare delle zone di sanguinamento dei vasi capillari
- un esame di laboratorio oggettivo e neutro (biopsia) per conoscere la composizione della parete vescicale e individuare eventuali focolai di infezione, alterazione della sua struttura, o altro
In caso di SVD è molto utile, oltre alle indicazioni che verranno fornite dal medico una volta confermata la diagnosi, l’utilizzo di Cistiquer a cicli regolari di qualche mese, da ripetere al bisogno.
Grazie alle sue componenti, Cistiquer agisce sulla riepitelizzazione progressiva della mucosa vescicale danneggiata fino al sanguinamento e sulla trasmissione del dolore che diventa spesso cronico.
Ecco il lungo iter per avere una diagnosi di SVD affidabile, che non lasci spazio a dubbi e permetta soprattutto di concentrarsi su trattamenti e metodi per lenire i dolori.
Per una posologia adattata al singolo caso, mandare una mail a consulenze@deakos.com.
- occorre trovare innzitutto un medico pronto ad ascoltare il paziente veramente, passando nel frattempo attraverso innumerevoli ‘fallimenti’, dolori e urinocolture negative
- spesso i medici stessi spesso non conoscono bene questa Sindrome, e non sanno come indirizzare il paziente, quali esami consigliare
- la diagnosi di SVD è una diagnosi di esclusione, quindi ci si deve arrivare dopo aver escluso qualsiasi altra patologia come:
- cistite batterica sostenuta da biofilm
- cistite causata da radiazioni o chemioterapia
- cistite virale (herpes, ad esempio)
- disturbi renali
- tubercolosi
- infezioni vaginali comuni o rare
- malattie sessualmente trasmissibili
- endometriosi
- disturbi neurologici
- svuotamento vescicale incompleto (stasi urinaria)
- cancro della vescica
È chiaro quindi che prima di fare una cistoscopia ci sono tutta una serie di esami e misure molto meno invasivi da prediligere, come:
- tenere un giornale alimentare e dell’idratazione apportata, per valutare qualità e quantità della dieta
- tenere un giornale di minzioni e feci, per escludere disturbi della funzionalità di intestino e vescica
- stilare un riepilogo del proprio percorso clinico: come tutto è cominciato, quali sono stati i risultati delle varie urinocolture, trattamenti e integratori assunti, eccetera
- analisi del sangue con ricerca specifica di Clamidia, tubercolosi, herpes
- analisi complete delle urine, primo e secondo mitto, ricerca specifica di Micoplasmi e di tutti i batteri più rari, dei lieviti, analisi delle urine per riconoscere eventuali batteri rilevati anche in quantità minime
- tampone vaginale con prelievo e analisi completa
- ecografia pelvica, prima e dopo la minzione, per rilevare eventuali residui
- visita con neurologo, ginecologo e immunologo
- valutazione del pavimento pelvico con ostetrica o fisioterapista specializzati
- esami per riconoscere un’eventuale vestibolite o vulvodinia, presso uno specialista
Una vera maratona! E solo dopo tutti questi controlli accurati si dovrebbe arrivare a quelli più invasivi come esame urodinamico per valutare la qualità delle minzioni e cistoscopia.
Per evitare di fare due o tre cistoscopie di fila, consigliamo di farne subito una completa, ovvero la ‘cistoscopia sotto anestesia con idrodistensione della parete vescicale e biopsia uroteliale’:
- una ‘foto’ della vescica per vedere in che stato si presenta e se ci sono zone particolarmente infiammate
- un’osservazione diretta della qualità della mucosa vescicale quando è in distensione: in teoria, se si trattasse di SVD, dovrebbe presentare delle zone di sanguinamento dei vasi capillari
- un esame di laboratorio oggettivo e neutro (biopsia) per conoscere la composizione della parete vescicale e individuare eventuali focolai di infezione, alterazione della sua struttura, o altro
In caso di SVD è molto utile, oltre alle indicazioni che verranno fornite dal medico una volta confermata la diagnosi, l’utilizzo di Cistiquer a cicli regolari di qualche mese, da ripetere al bisogno.
Grazie alle sue componenti, Cistiquer agisce sulla riepitelizzazione progressiva della mucosa vescicale danneggiata fino al sanguinamento e sulla trasmissione del dolore che diventa spesso cronico.
Ecco il lungo iter per avere una diagnosi di SVD affidabile, che non lasci spazio a dubbi e permetta soprattutto di concentrarsi su trattamenti e metodi per lenire i dolori.
Per una posologia adattata al singolo caso, mandare una mail a consulenze@deakos.com.