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Disbiosi intestinale: quali test per un'analisi del microbiota?

Disbiosi intestinale: quali test per un’analisi del microbiota?

Il microbiota intestinale è oggetto di interesse sempre più rilevante presso il grande pubblico (anche considerando che il 20% circa della popolazione soffre di sindrome del colon irritabile), sanitari e specialisti.
Se la salute del microbiota intestinale interessa sempre di più, è anzitutto perché i dati scientifici ci indicano chiaramente che questa comunità di microorganismi, simbiotici con il corpo umano, può essere responsabile di numerosi disturbi che a loro volta possono portare a:

Per queste ragioni da una decina di anni il microbiota è diventato oggetto di studio scientifico, e cavalcando l’onda di questa moda, è nato un business attorno a questo sistema così complesso, che riguarda soprattutto i test del microbiota.

Test e analisi del microbiota
Le analisi del microbiota sono esami:

  • costosi e non rimborsabili
  • non tutti uguali e quindi non comparabili tra loro né interpretabili da tutti i professionisti allo stesso modo (non tutti i professionisti sono necessariamente formati per interpretare tutti i tipi di test proposti)
  • non fanno riferimento né a linee guida, né a studi specifici, né a pubblicazioni scientifiche di valore riconosciuto
  • non sono validi a fini diagnostici
  • i cui risultati non sono così affidabili

Il microbiota umano è infatti un sistema molto complesso, composto da centinaia di ceppi batterici, fungini e virali (molti ancora sconosciuti o poco studiati), che evolve in maniera totalmente individuale in base al soggetto, alla sua storia clinica, allo stile di vita, all’ambiente personale. Quindi non esiste ‘il’ microbiota; ciascuno ha il proprio microbiota (come le impronte digitali, sono uniche). Tentare di analizzare il microbiota ad oggi non è possibile.

Quali sono gli esami affidabili?
Fortunatamente esistono esami che permettono di valutare alcuni parametri realmente comparabili, basati su dati scientifici affidabili.
Il primo consiste semplicemente nel realizzare:

1) Analisi delle feci complete (con coprocoltura) che permetterà di ottenere informazioni sulla composizione delle feci, la qualità della digestione gastrointestinale, la presenza di agenti patogeni come Clostridium, Salmonella, Candida o parassiti

2) È possibile inoltre effettuare un dosaggio fecale di:

  • calprotectina che fornisce indicazioni sul livello di infiammazione dell’intestino
  • zonulina che indica il livello di permeabilità intestinale

3) Infine, l’esame del sangue LPS-LIPASI (che completa la zonulina) fornisce informazioni aggiuntive per una visione più precisa della permeabilità intestinale

Per quanto riguarda il microbiota e la sua composizione invece, purtroppo, ad oggi non esistono esami affidabili.

Come proseguire nella presa in carico e gestione della Sindrome del colon irritabile?
Nel caso in cui siano presenti disturbi dell’alvo, si tratterà piuttosto di Sindrome del colon irritabile (IBS). La diagnosi di IBS si basa sui Criteri di Roma IV: presenza di dolore addominale ricorrente almeno un giorno a settimana negli ultimi 3 mesi, associato a 2 o più dei seguenti sintomi:

  • sollievo al momento della defecazione
  • cambiamento nella frequenza delle feci
  • cambiamento nella forma delle feci

Se si soffre di IBS le sole certezze sono che:

  • esiste una disbiosi (impossibile da caratterizzare precisamente)
  • le difese immunitarie sono ridotte

Per caratterizzare il profilo del paziente occorre dunque procedere con un’anamnesi minuziosa (che richiede tempo e pazienza da parte di paziente e terapeuta) per comprendere:

  • il contesto in cui il problema è apparso
  • fattori di rischio precedenti (fattori predisponenti)
  • gli eventi che hanno scatenato la comparsa dei sintomi (fattori precipitanti)
  • le cause di mantenimento e la cronicizzazione dei disturbi (fattori di mantenimento)
  • i sintomi attuali
  • il quadro di salute generale (eventuali patologie periferiche o terapie in corso)
  • lo stile di vita

Sulla base di questa profilazione è possibile mettere in ordine tutte le informazioni per comprendere al meglio i meccanismi alla radice problema. In seguito, in maniera logica e intuitiva, una strategia (necessariamente personalizzata) potrà essere definita per gestire al meglio i disturbi in modo naturale, efficace e duraturo.

Se desiderate approfondire la tematica, scrivete a: consulenze@deakos.com.

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