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Escherichia coli, primo batterio che colonizza l'intestino

Escherichia coli, primo batterio che colonizza l’intestino

Questo articolo tratta delle caratteristiche di Escherichia coli, batterio commensale in certi ambienti dell’organismo, ma patogeno in altri.
Si tratta di un batterio Gram negativo che appartiene alla famiglia delle Enterobacteriaceae. Normalmente, si trova nella flora intestinale dell’uomo e degli animali a sangue caldo. Preferisce le temperature tra i 35° e i 40°.
È molto importante nell’esistenza di un essere umano: infatti è il primo batterio che colonizza il tratto intestinale nel bambino, fin dalle prime ore dalla nascita.
Inoltre, è un ‘batterio commensale’, quindi la sua presenza non è solo fisiologica, ma anche (e soprattutto) necessaria nell’organismo. In certi casi, una terapia antibiotica sarà quindi non solo poco indicata, ma anche dannosa perché elimina le colonie di E. coli che sono invece fondamentali all’interno dell’intestino. Qui contribuisce alla fabbricazione di vitamina K.

Quando E. coli diventa responsabile di infezioni urinarie?
Ricordiamo che non si tratta di un parassita e che non tende alla sedentarietà: talvolta dall’intestino si sposta negli organi vicini e diventa un batterio patogeno ed ectopico (quando si trova al di fuori del suo ambiente fisiologico).
Quando colonizza la mucosa vaginale, può diventare responsabile di una vaginosi. Quando invece colonizza la vescica, può diventare causa di un episodio acuto di cistite.
E. coli può colonizzare questi ambienti per risalita: dopo la deiezione, risale il perineo, arrivando in vagina e attraverso il meato urinario anche in vescica (da cui i consigli di bere molta acqua e avere un’igiene intima frequente e corretta). Tuttavia, questo non è l’unico modo in cui può colonizzare tali ambienti: la sua presenza può essere anche endogena. Senza lasciare l’interno dell’organismo, passa semplicemente da un organo all’altro; in particolare, dall’intestino alla vescica, essendo molto vicini. Questo fenomeno è chiamato porosità intestinale o migrazione batterica (argomento trattato più approfonditamente qui).
Quindi è bene non considerare questo batterio come un ‘nemico’ tout court, ma la sua patogenicità dipenderà dalla sua posizione nell’organismo: commensale quando si trova nell’intestino, patogeno quando ne esce.
Provare a eradicarlo con un approccio atomico (antibiotico) sicuramente lo eliminerà dalla vescica, ma anche dall’intestino (dove invece la sua presenza è fisiologica), impedendogli quindi di fabbricare vitamine essenziali per il sistema immunitario. L’approccio ideale per contrastare un’eventuale presenza patogena di questo batterio sarebbe ‘accompagnarlo gentilmente all’uscita‘, grazie all’ausilio di D-Mannosio. Quando libero in vescica, il D-Mannosio attrae naturalmente E. coli e ne previene l’adesione alla parete vescicale, senza eliminare le colonie che si trovano nell’intestino, ma preservando anzi il microbiota intestinale e la sua funzionalità immunitaria e digestiva.

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