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IBS, SIBO e iperpermeabilità intestinale: vantaggi della PEA

Palmitoiletanolamide, anche nota come PEA

Che cos’è la palmitoiletanolamide (abbreviato PEA)?
La palmitoiletanolamide appartiene alla famiglia delle N-aciletanolamine, lipidi endogeni (fabbricati dall’organismo stesso) biologicamente attivi che comprendono, tra gli altri, i cannabinoidi endogeni e i fattori di sazietà. Nei mammiferi la PEA è sintetizzata dal doppio strato lipidico che ricopre le cellule ed è ubiquitaria: si trova distribuita in tutti i tessuti.

Quali sono i meccanismi d’azione della PEA?
La PEA esercita un’attività antinfiammatoria attraverso diversi meccanismi d’azione:

1. Azione sui mastociti e liberazione di istamina
La PEA interviene a monte di un processo biologico a cascata, permettendo così una riduzione dell’attività dei mastociti che secretano l’istamina, con una conseguente riduzione della risposta infiammatoria e un effetto anti-allergico.

2. Azione sulla produzione dei fattori pro-infiammatori e dei mediatori dell’infiammazione
La PEA attiva un recettore nucleare che si trova sulla superficie delle cellule di numerosi organi e tessuti (come intestino, cuore, fegato, reni, muscoli, tessuto adiposo, cellule del sistema immunitario), causando così una riduzione della produzione dei fattori pro-infiammatori e dei mediatori dell’infiammazione, con una conseguente azione anti-infiammatoria.

3. Azione di attivazione dei recettori cannabinoidi
Si tratta di un meccanismo indiretto attraverso il quale la PEA induce una reazione a catena che termina con l’attivazione dei suddetti recettori (cannabinoidi), i quali a loro volta hanno un ruolo chiave nella regolazione della risposta infiammatoria, del sistema immunitario e della trasmissione del dolore.

Quali sono i principali effetti della PEA?
a. Potenziale neuroprotettore
Il potenziale neuro-protettore della PEA è stato dimostrato da diversi studi sull’Alzheimer. Nelle cavie animali la somministrazione di questa molecola ha causato una riduzione dei deficit comportamentali e dell’accumulazione di amiloidi a livello cerebrale (una delle principali manifestazioni dell’Alzheimer).

b. Riduzione della percezione del dolore neuropatico
Grazie ai meccanismi d’azione sopracitati, la PEA si è rivelata efficace per ridurre la percezione del dolore neuropatico di natura diversa e localizzata in diverse zone del corpo.
Uno studio pubblicato dall’Institute for Neuropathic Pain (Paesi Bassi) riporta qualche esempio significativo. Descrive casi in cui l’introduzione di PEA nel trattamento di pazienti poco sensibili ai trattamenti standard si è rivelato utile nell’attenuazione dei sintomi dolorosi. I pazienti che hanno tratto beneficio dal trattamento con la chemioterapia erano soggetti a dolori neuropatici come dolori a mani e piedi, sindrome da fallimento dell’intervento chirurgico alla schiena, dolori agli arti inferiori legati al diabete di tipo 2, dolori vulvari di forte intensità con alterazione della qualità della vita.
Uno studio clinico condotto dall’Università di Cagliari su pazienti affette da endometriosi ha rivelato che l’assunzione di PEA contribuisce ad alleviare dolore pelvico, dispareunia (dolori durante i rapporti), dismenorrea (dolori mestruali) e dischezia (dolori alla defecazione), migliorando qualità di vita e benessere psicologico.

c. Riduzione della risposta infiammatoria
Come spiegato sopra, i principali effetti anti-infiammatori della PEA sono legati alla sua capacità di modulare l’attivazione dei mastociti e la loro degranulazione, e al loro legame con i PPAR-α. L’attività anti-infiammatoria è stata dimostrata in modelli sperimentali di numerose patologie come sindrome del colon irritabile (IBS), dermatite allergica, uveite, infiammazione della retina, cistite.

L’uso di PEA è sicuro?
Assolutamente sì. L’integrazione di PEA si è rivelata sicura, senza effetti collaterali e senza alcun rischio di tossicità acuta né cronica.

Qual è la differenza tra integrazione orale e applicazione locale di PEA?
L’integrazione orale di PEA permette una distribuzione corporea globale del principio attivo e un’azione ‘di fondo’ contro infiammazione e dolore.
L’applicazione locale, invece, permette un’azione più mirata e rapida direttamente sulla zona dolorosa.
L’associazione delle due forme di assunzione costituisce indubbiamente la strategia migliore e più indicata in caso di dolori pelvici cronici, neuropatie e stati infiammatori.

Qui di seguito si riassume un altro studio interessante riguardo alla PEA.
Micronized palmitoylethanolamide-polydatin reduces the painful symptomatology in patients with interstitial cystitis/bladder pain syndrome. Cervigni M, Nasta L, Schievano C, Lampropoulou N, Ostardo E. Biomed Res Int. 2019 Nov 11;2019:9828397. doi: 10.1155/2019/9828397. eCollection 2019

Oggetto di studio: valutazione dell’efficacia di una componente micronizzata di palmitoiletanolamide e di polidatina (m-PEA-Pol) in trattamenti di dolori pelvici cronici e altri sintomi associati alla sindrome della vescica dolorosa/cistite interstiziale (SVD/CI) in pazienti refrattari ai trattamenti convenzionali.
Introduzione: la palmitoiletanolamide (PEA) è un composto lipidico endogeno che riduce migrazione e degenerazione dei mastociti, e l’iperattivazione degli astrociti e delle cellule gliali, con eccellenti effetti anti-infiammatori. La polidatina è la forma glicosilata del resveratrolo ed è la versione più disponibile.
Metodo: lo studio è stato condotto durante 6 mesi su 32 pazienti. I sintomi urinari sono stati misurati per mezzo dell’indice “O’Leary-Sant Interstitial Cystitis Symptom and Problem” e del questionario “Pelvic Pain and Urgency/Frequency” (PUF).
Risultati:

  • il trattamento con m-PEA-Pol ha causato una riduzione progressiva e significativa dell’intensità del dolore (p 0.0001)
  • anche gli altri sintomi misurati con l’indice O’Leary-Sant e la scala PUF sono stati attenuati
  • in particolare, il trattamento ha causato una riduzione significativa della frequenza urinaria e un leggero miglioramento della capacità vescicale

Bibliografia
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