In diversi articoli di questo blog abbiamo affrontato il soggetto complesso dei legami esistenti tra cistiti recidivanti e ormoni (ciclo ormonale femminile):
- Cistiti ormono-dipendenti
- Ciclo mestruale e cistite
- Cistiti che scompaiono durante la gravidanza e si presentano dopo: perché accade? Come sfruttarne i benefici?
- Cistite e menopausa: niente paura!
Malgrado questi articoli – che costituiscono una solida ‘banca dati’ sui meccanismi di interazione tra i possibili legami tra ormoni e cistite – riceviamo spesso domande come:
Avete osservato un cambiamento nelle cistiti dopo aver cambiato contraccettivo?
Quale contraccettivo usare quando la cistite sembra dipendere dagli ormoni?
Spirale al rame: potrebbe avere un’influenza sulle infezioni urinarie?
Ci è sembrato quindi opportuno integrare le informazioni già disponibili trattando questo argomento in modo più dettagliato in un’unica domanda: quali sono i legami tra contraccettivi e cistite?
Domanda alla quale è impossibile dare una risposta universale: ogni caso è unico e ogni problema diverso.
Il ruolo degli estrogeni
Attenzione: gli elementi di cui sotto non sono da intendersi come consigli medici e devono essere esaminati caso per caso con un medico, poiché i contraccettivi sono farmaci soggetti a prescrizione medica e non sono esenti da potenziali rischi ed effetti collaterali. In particolare l’uso di estrogeni può, in certi casi, essere controindicato a causa dei possibili effetti oncologici.
Spesso quando la cistite compare seguendo il ciclo ormonale, si può notare la comparsa di episodi acuti concentrata piuttosto nel periodo peri-mestruale (appena prima o appena dopo le mestruazioni). Questa incidenza conduce quindi a stabilire una correlazione tra il momento del ciclo quando gli estrogeni sono bassi e la comparsa dell’episodio acuto. Appare quindi evidente che l’abbassamento dei livelli di estrogeni è un fattore predisponente della cistite.
In una tale situazione potrebbe essere utile, in accordo con il ginecologo, evitare metodi contraccettivi che provochino il calo dei livelli di estrogeni (contraccettivi basati esclusivamente sull’assunzione di progesterone), come ad esempio l’impianto sottocutaneo, la spirale ormonale o la pillola.
Sarebbe meglio favorire gli approcci contraccettivi che mantengono il ciclo ormonale il più vicino possibile alla fisiologia spontanea:
- preservativo maschile o femminile
- anello contraccettivo
- pillola combinata – da scegliere attentamente sulla base di un dosaggio ormonale preliminare (affinché sia il più possibile vicino alla fisiologia del soggetto) con un professionista sanitario
- spirale in rame
Cistite e contraccettivi
Parallelamente alla scelta di un contraccettivo principale, durante la fase luteale, mestruale e post-mestruale (3-5 giorni), è indispensabile mettere in atto misure atte a compensare l’abbassamento del livello di estrogeni (variazioni dell’ambiente vulvovaginale e delle difese immunitarie della sfera uro-genitale):
- idratazione delle mucose
- sostegno degli epiteli
- riduzione delle irritazioni (scelta di assorbenti/tamponi adatti) e dell’infiammazione
- sostegno della flora di Döderlein
- rafforzamento della prevenzione a base di D-Mannosio contro gli attacchi batterici, facilitati in questa fase
Contraccezione progestinica
In diverse situazioni questo tipo di contraccettivo costituisce la scelta privilegiata dal ginecologo: familiarità con cancri ormono-dipendenti, rischio di flebite, mestruazioni dolorose e/o a carattere emorragico, cicli irregolari, Sindrome dell’Ovaio Policistico, endometriosi*.
È quindi importante prendere coscienza del fatto che questo tipo di contraccettivo mette la donna (anche giovane) in una situazione di pseudo-menopausa (poiché il ciclo è ‘bloccato’), con come conseguenza disturbi e alterazioni della sfera uro-genitale simili a quelli tipici della menopausa.
Le misure di compensazione di cui sopra dovranno essere potenziate per evitare: secchezza vaginale, atrofia delle mucose, rarefazione della flora di Döderlein, calo delle difese immunitarie locali, irritazioni/infiammazioni delle mucose, comparsa si disbiosi, formazione di biofilm.
Queste misure devono essere definite caso per caso secondo l’entità degli ‘effetti collaterali’ del contraccettivo e la problematica globale.
*In caso di endometriosi la contraccezione progestinica sarà da prediligere per fermare la progressione delle lesioni endometriosiche; può rivelarsi risolutiva (parzialmente o totalmente) della cistite se le lesioni ne sono la causa principale.
Dispositivo intrauterino (IUD) al rame
Lo IUD al rame è un contraccettivo a forma di piccola ‘T’ in plastica morbida; ha le dimensioni di 3-4 cm ed è ricoperto di uno o più fili di rame. Una volta inserito nell’utero, un filo attaccato a un capo dello IUD sporgerà dal collo dell’utero, così da poterlo sfilare facilmente.
L’efficacia dello IUD è proporzionale alla concentrazione di rame: più rame c’è, più sarà efficace; l’effetto contraccettivo è assicurato dall’impossibilità degli spermatozoi di raggiungere l’ovulo e attraverso l’azione del rame, che impedisce l’impianto dell’ovulo nell’utero.
Il suo principio si basa sull’induzione di un’infiammazione: il sedimento del rame nell’utero provoca una reazione infiammatoria che riduce drasticamente la fertilità locale. Infatti sul bugiardino è specificato che la spirale al rame non va impiegata in caso di disturbi infiammatori pelvici, di cui la cistite fa parte.
Questo tipo di spirale, particolarmente diffuso e senza ormoni, può quindi giocare un ruolo chiave nella comparsa, cronicizzazione e peggioramento delle cistiti a causa dei suddetti effetti collaterali e, in particolar modo, in alcuni soggetti a causa dell’impatto a livello vescicale e vaginale.
A livello vaginale causa un ‘effetto domino’:
- vaginite sorda: infiammazione cronica delle mucose vulvovaginali che si manifesta con bruciore, formicolio, prurito, secchezza o tensione e che, in certi casi, può interessare anche le mucose uretro-vescicali, con sintomi che possono andare dal fastidio minzionale all’urgenza e frequenza urinaria (un quadro simile a quello di una cistite abatterica)
- rarefazione della flora di Döderlein
- abbassamento delle difese immunitarie locali
A livello uretrale causa un’infiammazione delle vie urinarie che si irradia sul trigono vescicale (parte bassa della vescica) e può causare trigonite o uretrite. Entrambe queste infiammazioni favoriscono cistite batterica o abatterica.
La scelta dello IUD al rame deve essere quindi prediletta quando la tendenza all’infiammazione è praticamente nulla.
È inoltre importante precisare che lo IUD al rame è spesso un elemento che favorisce la formazione di un biofilm patogeno sulla superficie (vaginale), che successivamente costituirà il serbatoio infettivo delle cistiti ed eventuali disturbi vaginali.
In conclusione la cosa migliore da fare per scegliere correttamente un contraccettivo resta valutare il rapporto costi-benefici dei diversi metodi contraccettivi attraverso un consulto ginecologico e tenendo conto dello storico medico personale e familiare.