In questo articolo troverete un documento completo ed esaustivo sul biofilm, con annesse le risorse e la bibliografia sul soggetto.
Se vi è capitato di incontrare un urologo, ginecologo, o più in generale un medico che non aveva mai sentito parlare di biofilm, questo articolo è per voi (… e per lui). Stampate questo articolo e consegnateglielo. Se è un medico coscienzioso e una persona curiosa, forse lo leggerà.
Sì, è vero: penserete “che mondo è questo?! in cui i pazienti devono informare i dottori?!”; è quella che si chiama ‘medicina partecipativa’ del 21° secolo.
Ecco qualche passaggio dal documento.
Secondo il Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie Infettive di Atalanta, almeno l’80% delle infezioni batteriche umane implicano la formazione di biofilm.
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Il biofilm è composto nel seguente modo: circa il 15% dei micro-organismi spesso sono patogeni e l’85% di matrice polisaccaridica (sostanze polimeriche extracellulari).
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Il biofilm implica delle comunità microbiche strutturate e cellule fungine avvolte da una matrice polisaccaridica auto-prodotta e capace di aderire alle superfici vive o, come i dispositivi medici, inerti.
Questo passaggio sottolinea l’esistenza di biofilm polimicrobici all’interno dei quali non si trova solo uno, ma diversi ceppi batterici, e talvolta anche ceppi fungini (come Candida albicans, nel caso delle infezioni vaginali).
Questa ipotesi permette di spiegare l’alternanza dei risultati degli esami: a volte negativi, a volte positivi per un batterio, a volte positivi per un altro.
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[…] le sostanze naturalmente prodotte dal corpo e tradizionalmente impiegate in medicina per combattere un’infezione (antibiotici) sono inefficaci contro i batteri che si trovano all’interno del biofilm.
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La resistenza batterica agli antibiotici aumenta esponenzialmente quando i batteri sono nel biofilm.
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Il biofilm può comparire anche già dal primo episodio infettivo (infezione urinaria, vaginosi o candidosi vulvo-vaginale). Si stima che il tempo necessario per sintetizzare la matrice polisaccaridica primitiva è nell’ordine delle 72h.
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La cronicizzazione delle infezioni uro-ginecologiche è la causa primaria dei danni significativi alle mucose, che causano l’instaurazione di un’infiammazione cronica di questi ultimi associata a un prolungamento della sintomatologia dolorosa, anche fuori dagli episodi acuti.
È quindi chiaro come sia possibile essere soggetti a un quadro sintomatologico tipico della cistite batterica in assenza di batteri nelle urine.
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La diagnosi e il trattamento dei biofilm possono rilevarsi più efficaci della terapia antibiotica, spesso vana sul lungo termine.
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I pazienti che soffrono di cistiti batteriche recidive (più di 4 episodi negli ultimi 12 mesi) possono sviluppare episodi di cistiti batteriche indipendentemente dalla presenza di biofilm.
Infatti, le aggressioni batteriche ripetute della mucosa provocano un’infiammazione cronica dei tessuti con sintomi simili a quelli di un’infezione urinaria.
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Allo stato attuale delle nostre conoscenze, la sola sostanza in grado di dissolvere un biofilm batterico come quello qui descritto è l’N-AcetilCisteina.
È importante che l’N-AcetilCisteina sia assunta con D-Mannosio e Lattoferrina*.
Il D-Mannosio è uno zucchero naturale in grado di intervenire sui batteri liberati dal biofilm quando si dissolve e di prevenire la loro adesione alla parete vescicale. Così, una volta dissolto il biofilm, i batteri patogeni vengono eliminati col flusso urinario.
La Lattoferrina è un competitor naturale dei lieviti, poiché sequestra il ferro in circolo a beneficio dell’ospite, privando così i suddetti lieviti del loro principale nutrimento. In questo modo, le cellule fungine liberate dal biofilm non saranno in grado di svilupparsi e finiranno per sparire dall’ambiente in cui sono state rilasciate.
*non importa come: per più informazioni, leggete questo articolo.
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Se il biofilm compare già dalla prima infezione urinaria, invece, la sua disgregazione può durare diverse settimane – durata variabile da soggetto a soggetto.
Se siete interessati ad approfondire il tema, ecco il link al documento completo.