Il presenta articolo risponde alla domanda: “è possibile sviluppare assuefazione o resistenza al D-Mannosio?”
Per rispondere a tale domanda, iniziamo con una breve premessa.
I batteri sono dotati di fimbriae, filamenti che li ricoprono e permettono loro di aderire all’urotelio (parete vescicale). Ogni fimbria (chiamata anche lectina o adesina a seconda della letteratura scientifica) agisce come un ‘uncino’ che permette al batterio patogeno di ancorarsi saldamente alla superficie della mucosa vescicale, quindi proliferare moltiplicandosi e colonizzando l’ambiente. Ogni batterio patogeno possiede decine (se non centinaia) di fimbriae per garantire l’adesione al rivestimento della vescica (strato di GAG). Se il batterio non riuscisse ad aderire alla parete vescicale, rimarrebbe in sospensione nell’urina e verrebbe eliminato con la minzione.
La molecola di D-Mannosio ha una forma tale da potersi legare alle fimbriae dei batteri, ‘imitando’ la parete vescicale. In questo modo i batteri patogeni scambiano il D-Mannosio per l’urotelio, mentre in realtà sono ancora in sospensione nell’urina. Di conseguenza verranno eliminati con la minzione, in modo naturale e senza effetti collaterali.
Ricapitolando, il D-Mannosio satura i batteri patogeni, legandosi alle loro fimbriae per impedirne l’adesione alla parete vescicale. La neo-molecola formata da D-Mannosio e batterio uropatogeno rimane sospesa nell’urina e viene eliminata attraverso l’urina.
Tale processo, oltre a essere efficace, è anche naturale e indolore, a differenza dell’assunzione di antibiotici. Gli antibiotici, uccidendo i batteri patogeni, in realtà ne causano la lisi (dissoluzione), la quale provoca un notevole rilascio di tossine che attaccheranno fortemente la mucosa vescicale, causando irritazione e dolore infiammatorio. Tale effetto potenziato dell’infiammazione è spesso responsabile di un dolore residuo che continua anche dopo la risoluzione dell’episodio infettivo (pesantezza vescicale, urgenza urinaria e bruciore uretrale che dura per giorni).
Con il D-Mannosio tali effetti collaterali non sussistono perché i batteri escono dalla vescica vivi e vegeti.
Tuttavia i batteri si adattano e mutano. Alcuni studi riportano l’esistenza di fimbriae ‘sensibili al D-Mannosio’ e fimbriae ‘non sensibili al D-Mannosio’.
Qui di seguito elenchiamo 4 buoni motivi per cui l’assunzione di D-Mannosio è comunque benefica, anche in presenza di fimbriae ‘non sensibili al D-Mannosio’.
Buona ragione per assumere D-Mannosio n°1
Suddetti studi sottolineano che all’interno dello stesso campione di batteri patogeni, non tutti hanno fimbrie ‘non sensibili al D-Mannosio’. Anche se alcuni hanno tali fimbrie, essi non rappresentano mai la maggioranza.
Di conseguenza il D-Mannosio sarà sempre efficace su più del 50% dei batteri patogeni coinvolti nell’infezione del tratto urinario in corso, dato sufficiente per ottenere una riduzione significativa della carica batterica senza l’uso di antibiotici.
Inoltre un altro studio ha confermato tale dato attraverso una ricerca su pazienti con infezioni croniche delle vie urinarie causate da Proteus mirabilis, batterio che presentava fimbriae ‘non sensibili al D-Mannosio’.
Va precisato che è possibile liberarsi completamente dei batteri patogeni solo grazie al D-Mannosio. La chiave è avere un dosaggio adeguato e mantenere un’assunzione prolungata.
Buona ragione per assumere D-Mannosio n°2
Non tutti i batteri patogeni hanno fimbriae ‘non sensibili al D-Mannosio’. Alcuni studi hanno dimostrato che in alcuni campioni tali batteri non erano affatto presenti.
Quindi non è automatico avere un’infezione urinaria causata da batteri ‘non sensibili al D-Mannosio’ e, anche se ne fossero presenti alcuni, non sarebbero la maggioranza.
Buona ragione per assumere D-Mannosio n°3
Non bisogna dimenticare che l’organismo, anche se indebolito da continue cistiti e terapie antibiotiche, è ancora in grado di partecipare alla difesa immunitaria dell’organismo (ad eccezione dei soggetti immunodepressi) e produrrà leucociti.
Si può quindi considerare che il D-Mannosio gestirà tra il 70 e l’80% delle fimbriae ‘sensibili al D-Mannosio’, mentre il restante 20% ‘non sensibile al D-Mannosio’ sarà gestito dal sistema immunitario stesso.
Inoltre la Morinda citrifolia, presente in combinazione con il D-Mannosio in prodotti come Ausilium Forte, fa la differenza, essendo un immunostimolante e un immunomodulante). Di conseguenza tali prodotti sono ancora più rilevanti per l’ipotesi dell’esistenza di fimbriae ‘non sensibili al D-Mannosio’.
Infine tutti gli studi che hanno dimostrato la presenza di fimbriae ‘non sensibili al D-Mannosio’ sono stati condotti in vitro. Ciò significa che si tratta di colture batteriche di laboratorio che sono state create ad hoc per osservare e testare tali fimbriae.
Il problema della coltura in vitro è che non riflette la realtà di un’infezione urinaria con le sue altre componenti, come ad esempio la co-reazione del sistema immunitario.
Buona ragione per assumere D-Mannosio n° 4
Non tutti i batteri patogeni aderiscono alla mucosa vescicale. Essi infatti sono anche in grado di aggregarsi tra loro. Questo è il primo passo nella formazione di un biofilm. Tale processo non richiede l’uso di fimbriae. Di conseguenza la questione della sensibilità delle fimbriae al D-Mannosio non sussiste più, poiché l’obiettivo sarà combattere l’aggregazione e non l’adesione.
Per combattere tale aggregazione sarà necessario assumere un complesso formato da D-Mannosio, N-acetilcisteina (NAC) e Morinda citrifolia, reperibile in Ausilium NAC.
Speriamo che queste spiegazioni siano state il più possibile chiare e che possano aiutare a rassicurare tutti coloro che pensano che sia possibile sviluppare un’assuefazione o una resistenza al D-Mannosio perché, fino a prova contraria, tali rischi non esistono.
Se desiderate ricevere un consiglio personalizzato, basterà inviare una mail a consulenze@deakos.com.