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Rapporto tra tiroidite/disbiosi intestinale/IBS/SIBO

Rapporto tra tiroidite/disbiosi intestinale/IBS/SIBO

È importante precisare che la tiroidite di Hashimoto (tdH) è innanzitutto una malattia autoimmune che mette in gioco un sistema immunitario alterato che, senza che ne sia chiaro il motivo (o meglio per una serie di complesse motivazioni e processi epigenetici e fisiopatologici che differiscono da un individuo all’altro), si rivolterà contro il proprio ospite e lo attaccherà.
Ciò comporta una riduzione della funzionalità endocrina della tiroide e quindi, in concreto, un’alterazione dei livelli di ormoni prodotti dalla tiroide.
Un altro aspetto da sottolineare è la natura estremamente complessa dei ruoli svolti nell’organismo dagli ormoni tiroidei. Per fare un’analogia si potrebbe usare la metafora di un orologio composto da più ingranaggi: se uno viene toccato, l’intero sistema si muoverà.
Gli ormoni tiroidei si comportano nello stesso modo e l’alterazione della loro produzione fisiologica porta a una serie di conseguenze a catena, le quali si ripercuotono praticamente su ogni sistema e organo del corpo.
In particolare, in questo caso gli effetti principali della tdH e quindi della variazione dei valori dell’ormone tiroideo sono 3:

Tali effetti hanno un impatto piuttosto significativo e portano successivamente a 3 maggiori conseguenze negative, analizzate qui di seguito.

1. Il rallentamento del metabolismo altera il microbiota intestinale e ne modifica le  condizioni ambientali di vita e di crescita, costringendolo ad adattarsi per sopravvivere. Il suo equilibrio e la sua armonia fisiologica (eubiosi e simbiosi con l’ospite) sono quindi perturbati; la principale conseguenza sarà la disbiosi.
Inoltre, a causa del rallentamento del metabolismo, il bilancio energetico dell’organismo tende a sbilanciarsi, causando aumento di peso, aumento dei livelli di lipidi, alterazioni della funzionalità epatica e ulteriori ripercussioni sulla digestione gastrointestinale.
Disbiosi e alterazione della fisiologia della digestione sono fattori di rischio per l’alterazione del transito (piuttosto a favore di stipsi, gonfiore e meteorismo) e quindi per l’instaurarsi della sindrome dell’intestino irritabile (IBS).

2. La secchezza delle mucose riguarda tutti i tessuti di questa ‘famiglia’ e quindi anche la mucosa orale, gastrica e intestinale. Tali membrane, più secche, perderanno progressivamente le loro caratteristiche fisiologiche come elasticità, trofismo e permeabilità selettiva. In particolare, l’impatto maggiore sarà sul loro spessore, che tenderà a ridursi (atrofia), e sulla loro superficie, che perderà progressivamente idratazione. Ancora una volta, tali cambiamenti ambientali saranno dannosi per il microbiota e per tutte le funzioni digestive.
Inoltre un rivestimento più secco e sottile è più fragile e quindi diventa molto più sensibile alle aggressioni e alle irritazioni che possono essere causate dal passaggio del bolo alimentare e dei succhi digestivi.
Atrofia e fragilità della parete gastrointestinale sono fattori di rischio per una rapida infiammazione cronica degli organi cavi dell’apparato digerente (ancora una volta fattori predisponenti dell’IBS).

3. La riduzione della peristalsi, in un quadro gastrointestinale già alterato (disbiosi, alterazioni della funzionalità digestiva, atrofia delle pareti, tendenza all’infiammazione) è un ulteriore fattore di rischio che favorisce la stasi del bolo alimentare (fermentazioni precoci causano produzione di gas, meteorismo, gonfiore; difficoltà di progressione del materiale causa stipsi) e quindi, ancora una volta, un profondo cambiamento delle condizioni ambientali intra-intestinali. Ma tale riduzione dei movimenti intestinali favorirà (o più precisamente non interferirà più) anche la risalita del microbiota, il quale lascerà la sua sede fisiologica (colon) per raggiungere una posizione ectopica (intestino tenue).
Sono quindi soddisfatte tutte le condizioni per l’instaurazione e la cronicizzazione di una SIBO.

Speriamo che la lettura di questo articolo vi sia utile e vi ricordiamo l’importanza di distinguere sempre tra un caso e l’altro: ogni caso è unico. Se desiderate ricevere una consulenza personalizzata, potete inviare un’e-mail a consulenze@deakos.com

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