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Ureaplasma e Micoplasma

Ureaplasma e Micoplasma

Ureaplasma e Micoplasma sono batteri molto diversi dai comuni germi uropatogeni: sono molto più piccoli, non hanno membrana, né pili. Persistono nel tratto urinario entrando nelle cellule, causando così un’infezione intracellulare e formando biofilm patogeni.
Sono anche ceppi considerati come ‘commensali’ della flora di Döderlein, ma che devono assolutamente rimanere in minoranza. Infatti, la loro crescita (opportunista in caso di disbiosi vaginale o infettiva in seguito a contaminazione – IST, Infezione Sessualmente Trasmissibile) costituisce un importante rischio patogeno di squilibrio della sfera urogenitale.
Questi batteri possono quindi essere responsabili di infezioni vaginali, uterine, uretrali e vescicali, la maggior parte delle quali sono nascoste (ci sono, ma non sono rilevate dagli esami). La loro diffusione nella zona pelvica e la gravità e importanza dei sintomi che la accompagnano dipendono soprattutto da quanto a lungo persiste un’infezione non trattata.
Per tutti questi motivi, le più recenti raccomandazioni urologiche europee suggeriscono di ricercare sistematicamente questi due ceppi batterici in caso di sintomi tipici di cistite, uretrite o prostatite, mediante esami specifici quali:

  • urinocoltura I mitto
  • tampone uretrale
  • tampone vaginale
  • tampone endocervicale (striscio)

A causa della difficoltà di rilevare la presenza di questi batteri (intracellulari e minuscoli), tali analisi di laboratorio devono essere eseguite a breve distanza di tempo l’una dall’altra, in modo da poter confrontare e incrociare le informazioni ricavate dai risultati.
Un’infezione prolungata da Ureaplasma o Micoplasma nelle vie urinarie può indubbiamente portare a una serie di sintomi percepiti come vescicali e minzionali, associati a un’infiammazione cronica dell’urotelio che, in assenza di identificazione della presenza batterica, può portare a una diagnosi errata di Sindrome della Vescica Dolorosa e ritardare ulteriormente diagnosi e cure giuste. In questi casi, non sono rare le complicazioni (talvolta irreversibili), come una contrattura pelvica o un danno nervoso.
È importante caratterizzare le infezioni da Ureaplasma e Micoplasma come IST e, in quanto tali, sottolineare l’elevato rischio di contaminazione del partner; è quindi assolutamente necessario sottoporlo a screening e trattarlo, se necessario, per evitare recidive dovute a ricontaminazioni tra i due (il cosiddetto effetto ping-pong).
Infine, a causa delle modalità infettive e di insediamento dei batteri nelle vie urinarie e genitali, è importante sottolineare che purtroppo esiste un alto tasso di fallimento delle terapie per impedire le recidive sul medio e lungo termine. Questo tasso di fallimento è proporzionale al ritardo nel trattamento.
Per migliorare la risposta agli antibiotici (che devono essere mirati e somministrati secondo l’antibiogramma e seguendo le raccomandazioni di dosaggio stabilite dal Sistema Nazionale Italiano), è quindi fortemente raccomandato associare coadiuvanti naturali volti a:

  • disaggregare i biofilm intracellulari, vaginali e vescicali
  • calmare l’infiammazione uroteliale e favorire la riepitelizzazione di pareti e mucose.

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